La UNI/PdR 125:2022, con l’obiettivo di “colmare i gap attualmente esistenti nonché incorporare il nuovo paradigma relativo alla parità di genere nel DNA delle organizzazioni e produrre un cambiamento sostenibile e durevole nel tempo”, definisce i criteri, le prescrizioni tecniche e le tematiche per l’introduzione, strutturazione, monitoraggio e mantenimento di un sistema di gestione per la parità di genere in azienda, al fine di misurare l’efficacia delle azioni intraprese dall’organizzazione per creare un ambiente di lavoro inclusivo delle diversità.
La certificazione può essere richiesta da qualunque tipo di organizzazione (qualsiasi dimensione e forma giuridica; settore pubblico o privato) ad esclusione delle Partite IVA che non hanno dipendenti o addetti/e.
L’impegno che un’impresa investe per ridurre il divario di genere costituisce un forte elemento di differenziazione. I benefici della certificazione di parità di genere riguardano aspetti economici, sociali e reputazionali in grado di conferire un miglior posizionamento sul mercato: lo sgravio contributivo fino a 50.000 euro annui e il punteggio premiale per la concessione di aiuti di Stato e/o finanziamenti pubblici in genere, oltre che nei bandi per l’acquisizione di servizi e forniture si aggiungono alla maggior attrattività nei confronti del personale in fase di selezione e nei confronti dei clienti e della società in genere.
Ma qual è la situazione delle nostre PMI in merito all’inclusione e alla valorizzazione della diversità? Ce lo racconta Nomisma nella recente ricerca Diversità, Equità, Inclusione nelle PMI italiane, che ha visto coinvolto un campione di 503 tra piccole (62% del campione) e medie (38%) imprese italiane con interviste realizzate tra febbraio e marzo 2023.
La ricerca restituisce una percezione parziale, addirittura “acerba” (a detta del Sole 24 ore) da parte delle nostre aziende in merito al tema dell’inclusione e della valorizzazione delle diversità e tenta di individuare i gap da colmare per facilitare la creazione di una vera e propria cultura aziendale. La ridotta dimensione aziendale (quindi di budget) risulta il principale ostacolo all’attivazione di iniziative Diversità, Equità ed Inclusione (DEI), accompagnata da una visione arcaica dei temi e da un limitato ricorso a figure dedicate alla gestione delle politiche, procedure e processi sull’argomento. Infatti, le PMI hanno difficoltà a percepire i vantaggi nel lungo periodo collegati alle iniziative DEI, considerate secondarie o non importanti da quasi metà degli intervistati.
Il primo passo è aumentare la consapevolezza sulla centralità dei temi DEI nella strategia competitiva di ogni azienda, da inserirsi necessariamente in un percorso di cui beneficia l’intero sistema Paese.
Siamo a vostra disposizione per consolidare la visione sulla Diversità, Equità ed Inclusione all’interno della vostra realtà aziendale, per poi pianificare un percorso volto alla sua integrazione a livello strategico e operativo, alla predisposizione di un sistema di gestione per la parità di genere, fino all’ottenimento della certificazione secondo la UNI/PdR 125:2022 e successivi rinnovi.
Vuoi sapere a che punto è la tua azienda in relazione all’ottenimento della certificazione sulla parità di genere secondo la UNI/PdR 125:2022? Compila il nostro breve form cliccando qui!
Sarà nostra premura contattarti al più presto per la restituzione di un primo feedback.
Luminita Naca, Certified ESG Analyst, EFPA ESG Advisor