La scorsa settimana la Commissione Europea ha presentato il Piano industriale del Green Deal per migliorare la competitività dell’industria europea a zero emissioni e sostenere la rapida transizione verso la neutralità climatica.
Il Piano mira a fornire un ambiente più favorevole per il potenziamento della capacità produttiva dell’UE per le tecnologie e i prodotti net-zero necessari per raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici dell’Europa. Il Piano industriale del Green Deal fa parte del Green Deal europeo, che funge da base per l’obiettivo dell’UE di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.
Mentre le varie componenti del Green Deal mirano a far progredire l’UE verso un futuro più sostenibile, il Piano industriale Green Deal mira ad affermare l’UE come leader nelle tecnologie verdi e nelle energie rinnovabili.
Il Piano si basa su quattro pilastri: il contesto normativo, l’accesso ai finanziamenti, le competenze e il libero commercio.
1. Un ambiente normativo prevedibile e semplificato
Partendo dal principio che la regolamentazione europea, pur essendo necessaria, non deve ostacolare la competitività, per garantire che gli “impatti sulla competitività” siano identificati e affrontati e che si evitino inutili oneri normativi, verrà applicato un “controllo di competitività” a tutte le nuove normative. La semplificazione si ottiene attraverso una regolamentazione che si applica in tutta l’UE, evitando così la frammentazione tra gli Stati membri.
- Il Net-Zero Industry Act, un quadro normativo semplificato per la produzione di prodotti fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, come batterie, mulini a vento, impianti di riscaldamento, pompe di calore e tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio.
In particolare, la norma determinerà gli obiettivi per la capacità industriale entro il 2030, prendendo in considerazione l’intera catena di approvvigionamento e di valore transfrontaliera; prevederà la riduzione della durata del processo di autorizzazione e promuoverà una maggiore prevedibilità del processo. L’atto stabilirà inoltre criteri operativi per l’identificazione di progetti di filiera a zero emissioni di valore strategico.
- Una norma sulle materie prime critiche per garantire l’accesso alle materie prime necessarie per la produzione di tecnologie a zero emissioni anche attraverso diversificazioni e delle fonti di approvvigionamento e riciclo di materiali, per ridurre la dipendenza dell’UE da forniture altamente concentrate provenienti da Paesi terzi e promuovere la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo dell’economia circolare.
Un insieme di norme che abbiano ad oggetto l’energia, fra cui:
- una riforma del disegno del mercato dell’elettricità (per la quale è in corso una consultazione pubblica) in continuità con le previsioni del RePowerEU, che mira ad accelerare e scalare in modo massiccio le energie rinnovabili e intensificare gli sforzi per l’efficienza energetica e la riduzione della domanda di energia, nonché per la riqualificazione e l’aggiornamento della forza lavoro.
- Un nuovo quadro normativo per le batterie, per favorire catene di valore competitive e resilienti per la produzione, il riutilizzo e il riciclaggio delle batterie nell’UE.
2. Facilitazione di accesso ai finanziamenti
I finanziamenti pubblici e privati sono considerati fondamentali per il progresso delle energie rinnovabili e delle tecnologie verdi e pertanto il secondo pilastro del Piano Industriale Green Deal. Agli Stati membri sarà concessa la flessibilità di concedere aiuti su base temporanea e all’interno di aree definite, mentre i finanziamenti dell’UE saranno aumentati per contribuire a livellare le condizioni di concorrenza all’interno della regione. REPowerEU, che intende accelerare l’abbandono dei combustibili fossili da parte dell’UE, è stato indicato come il miglior veicolo per finanziare l’industria a zero emissioni dell’UE, e verrà integrato da altri fondi europei (InvestEU, Fondo per l’innovazione), attraverso i PNRR nazionali e le politiche di coesione. Per il medio termine, la Commissione intende dare una risposta strutturale alle esigenze di investimento, e proporrà prima dell’estate 2023 un Fondo di sovranità europeo nell’ambito della revisione del quadro finanziario pluriennale.
3. Rafforzamento delle competenze
In base al principio della Just Transition – La transizione inclusiva e incentrata sulle persone che genera posti di lavoro di qualità e non lascia indietro nessuno – la transizione verde amplificherà la richiesta di nuove competenze a tutti i livelli, richiedendo un aggiornamento e una riqualificazione su larga scala della forza lavoro. La Commissione europea rileva che la sola industria delle batterie richiederà 800.000 lavoratori in più entro il 2025. Per sviluppare queste competenze “verdi e digitali” si farà ricorso a una serie di iniziative, tra cui l’Agenda europea delle competenze, lo Spazio europeo dell’istruzione e il Patto europeo per le competenze.
In particolare, il Patto europeo per le competenze rappresenta un piano ambizioso che sostiene i partenariati all’interno del settore industriale europeo. I 14 partenariati su larga scala del Patto promuovono l’impegno di aziende, lavoratori, autorità pubbliche e fornitori di istruzione e formazione, tra gli altri, che si sono impegnati collettivamente a migliorare e riqualificare 6 milioni di persone.
Inoltre, l’Anno europeo delle competenze 2023 promuoverà progetti come un partenariato di competenze su larga scala per l’energia rinnovabile onshore, un partenariato di competenze per le pompe di calore, una strategia europea per le università e una migliore capacità di monitorare l’offerta e la domanda di competenze e di posti di lavoro necessari per la transizione verde.
4. Commercio aperto e filiere resilienti
La Commissione europea ritiene che gli incentivi a supporto delle tecnologie a zero emissioni debbano essere allineati ai principi di concorrenza leale e di apertura del commercio. La Commissione continuerà a sviluppare la rete dell’UE di accordi di libero scambio, il suo sostegno all’Organizzazione Mondiale del Commercio, così come la Task Force UE-USA sull’Inflation Reduction Act e gli Accordi di Facilitazione degli Investimenti Sostenibili.
La Commissione ha inoltre delineato diverse nuove iniziative a sostegno del pilastro del commercio aperto, tra cui un Club delle materie prime critiche, partenariati industriali Clean Tech / Net-Zero e una strategia per i crediti all’esportazione.
8 febbraio 2023
Luminita Naca, Certified ESG Analyst, EFPA ESG Advisor